CAMPAGNA DI RICERCA ARCHEOLOGICA ESTIVA “DOMO 2017”
SINTESI DEI RISULTATI
Le attività di ricerca archeologica si sono svolte dal 23 Luglio al 19 Agosto 2017 presso il complesso termale romano situato nella località di Domo (comune di Bibbiena, Arezzo), una delle più importanti realtà archeologiche del Casentino.
La campagna di scavo 2017 a Domo è stata imperniata su tre saggi distinti, tesi all’approfondimento di aree già parzialmente indagate negli anni precedenti e all’inizio delle indagini in aree nuove.
Il primo saggio è stato posizionato immediatamente a Nord dell’Ambiente 11 (ad Est del cd. “plesso Nord”), in corrispondenza dell’area – mai indagata – su cui si apre l’ingresso dell’ambiente.
Le indagini, che saranno ultimate nelle prossime campagne, hanno rivelato l’esistenza di una serie di battuti pavimentali posti a quote costanti ma di diversa tipologia (in terra mista a frammenti di laterizi e in tritume di laterizi), probabile indizio di sequenze di interventi di asportazione parziale e successivo ripristino.
La presenza di livelli pavimentali antistanti l’ambiente era ampiamente ipotizzabile, mentre l’attestazione di diversi interventi sui piani stessi è indice della possibile esistenza di diverse fasi di vita e, conseguentemente, di una certa ampiezza dell’arco di vita di frequentazione dell’area.
Il secondo saggio è stato posizionato nell’area a Nord delle “Grandi Terme” e ad Est del “plesso Nord”, a completamento delle indagini (già iniziate nel 2016 con lo scavo dell’ambiente 14) del delicato punto di contatto tra i due più grandi plessi edificati fin qui identificati nel sito.
Lo scavo ha rivelato, tra l’altro, la presenza di una grande fossa colmata da cenere e carbone, posta in corrispondenza del varco d’accesso all’ipocausto delle terme ed il cui riempimento appoggiava ai muri del “plesso Nord”. Ciò sembrerebbe implicare che il “plesso Nord” stesso fosse già esistente durante il periodo di vita delle terme, e tale fattore riveste una notevole importanza, ponendo mente al fatto che le due strutture sono state stratigraficamente isolate dalle trincee degli anni ’80.
Notevole interesse riveste anche il rinvenimento di un muro non pertinente a nessuno dei due grandi plessi e forse indice dell’inizio di un’altra nuova struttura.
Il terzo saggio è stato invece posizionato in corrispondenza degli Ambienti 15 e 16, a prosecuzione delle indagini della campagna precedente.
L’area presenta una serie di ambienti pertinenti alla prima fase di vita del sito, poi rasati e probabilmente trasformati in un’area aperta in occasione della strutturazione del complesso termale.
Le indagini hanno permesso di identificare ulteriori ambienti posti ad Ovest, quanto rimane dei piani pavimentali originari, gli interventi di scasso antichi e la strutturazione del piano di calpestio della nuova area all’aperto.
Sono state inoltre identificate ulteriori tracce di frequentazione di età medioevale negli strati di abbandono delle strutture romane (piccole buche circolari, probabilmente riferibili a coltivazioni).
Particolarmente rilevante risulta l’acciottolato identificato nell’Ambiente 15: un piano regolare ottenuto con ciottoli piantati obliquamente e che probabilmente fungeva da basamento/vespaio al pavimento vero e proprio dell’ambiente.
Le indagini risultano ultimate nell’Ambiente 15 e da proseguire negli altri.
Da sottolineare il rinvenimento di numerosi frammenti di tegole e coppi, in gran parte ricomponibili, dagli strati pavimentali degli ambienti 15 e 16; di un frammento di orlo di dolio con bollo dall’acciottolato dell’ambiente 15 e di diversi frammenti del piano forato di una fornace reimpiegati in strutture murarie dell’ambiente 16.