La campagna di scavo 2009 a Domo (Bibbiena – AR) ha fornito preziosi dati per la storia dell’area, dando risposte a domande suscitate dalla scorsa campagna e ponendo nuovi quesiti per l’intervento della prossima estate.
L’indagine è stata contemporaneamente impostata sull’approfondimento di quanto indagato nel 2008, sulla parziale riapertura di aree già indagate negli anni ‘80 e sull’indagine di nuovi settori.
Particolare attenzione è stata data alla rimessa in luce della cisterna – posta subito a N delle piccole terme– , alla grande canaletta che separa le due strutture ed all’area posta a SE, precedentemente mai saggiata. Sono state, infine, asportate alcune parti di acciottolatirinvenuti nella campagna scorsa al fine di indagare le stratigrafie sottostanti, riferibili a fasi precedenti (dietro autorizzazione della Soprintendenza; le porzioni asportate sono state poi riposizionate utilizzando gli stessi materiali).
L’analisi dell’ambiente finora noto come cisterna, rimesso in luce e documentato durante la campagna e di cui sono stati consolidati gli intonaci, pesantemente distaccati, ha suscitato qualche perplessità rispetto a quanto finora noto dagli scavi degli anni ’80: rispetto alla conformazione “canonica” di una cisterna, si nota infatti l’assenza di una fossa di decantazione e della zoccolatura di isolamento ed impermeabilizzazione tra pavimento e pareti; appare anche strano il posizionamento del foro di scarico, a raso del pavimento. Il tutto sembrerebbe indicare una funzione diversa, connessa all’acqua ma non caratterizzata da una presenza perenne della stessa all’interno dell’ambiente.
Lo scavo della canaletta ha permesso la messa in luce di un letto di cocciopesto immediatamente al di sotto delle fistule di piombo.
L’analisi dei suoi rapporti stratigrafici ha permesso di stabilire come esso si appoggi al muro S della cd. cisterna e sia coperto dal muro N delle piccole terme. Ciò equivale a dire che esso è successivo alla cd. cisterna e precedente alle piccole terme, e questo elemento permette di stabilire che, contrariamente a quanto finora noto in letteratura, le due strutture non sono state costruite assieme, ma la cd. cisterna è più antica del complesso termale.
Nell’area a SE delle strutture edificate è stato asportato un consistente strato di terreno, forse riferibile ad una fase di abbandono. Al di sotto, è stata messa in luce un’area di frr. di laterizi e pietre – solo in parte intravista nella campagna 2008 -, segmentata da fasce rettilinee ed ortogonali prive di materiali o con lacerti di muro a secco. In alcune delle parti così isolate sono stati rinvenuti, in posizione angolare, piccoli strati di cenere. E’ assai probabile che si tratti dei resti di una fila di ambienti i cui muri sono stati in buona parte spoliati e di cui si identifica ancora chiaramente il piano pavimentale, forse con tracce di focolare.
La scoperta di questo piccolo quartiere edificato è un’assoluta novità, e testimonia l’esistenza di momenti costruttivi dislocati oltre i confini finora ipotizzati del sito.
L’asportazione dell’acciottolato che pavimentava l’ambiente S delle piccole terme, ha consentito la scoperta di una canaletta formata da coppi sovrapposti, collegabile al letto di cocciopesto tra terme e cd. cisterna e defunzionalizzata dalla costruzione delle terme.
L’asportazione di due sezioni della grande strada acciottolata rinvenuta nella scorsa campagna ha consentito l’identificazione dei livelli naturali sterili (composti da terreni argillosi), dei primi strati di frequentazione del sito e l’annotazione – di particolare importanza stratigrafica – che la fossa della fornace che riscaldava le “piccole terme” intercettava uno dei resti di muri che perimetravano la fila di ambienti esterni, indicando così la posteriorità delle terme rispetto a questi.
Riassumendo quanto la campagna 2009 ha permesso di scoprire circa la sequenza dei momenti di vita del sito, abbiamo, a grandi linee, le seguenti fasi: edificazione e fase di vita delle grandi terme; edificazione della cd. cisterna in appoggio alle terme, a cui è collegata una grande canaletta che si sviluppa in direzione NS lungo il muro delle “grandi terme”; cessazione d’uso delle grandi terme in quanto tali (gli ambienti continuano ad esistere), materiali del complesso termale (frammenti di tubuli e suspensurae) vengono utilizzati per la pavimentazione degli ambienti esterni, forse edificati in questo momento; costruzione delle piccole terme (la canaletta viene demolita e riposizionata con un andamento EW) e probabile contemporanea demolizione degli ambienti esterni); costruzione della grande strada acciottolata con andamento NE-SW, con ogni probabilità dopo la cessazione d’uso e la scomparsa degli impianti termali.